TEORIA DELLA VELA

Boline …andature ……rotte…….Boh???

Chiunque abbia sentito parlare di vela avrà sentito sicuramente pronunciare la parola bolina: bolina mure a dritta, bolina mure a sinistra, bolina larga, bolina stretta….., e alla fine il profano di vela annegato da termini tecnici e stanco di un idioma pressochè incomprensibile, avrà cercato di cambiare discorso o si sarà letteralmente addormentato, magari sognando mari tropicali e tempeste oceaniche . Ma affinchè questo sventurato amico di velisti incalliti possa la prossima volta sapere di cosa si argomenta, vorremmo qui illustrare brevemente il succo della questione. La bolina è quell’andatura che permette all’imbarcazione di risalire il vento grazie a quel fenomeno fisico che ha quasi del miracoloso che è la “portanza”. L’andatura che non deve essere confusa con la rotta, è la direzione verso cui orientiamo la prua della nostra barca, riferita alla direzione di provenienza del vento; mentre la rotta è il percorso che noi facciamo riferito al nord geografico. La portanza infine è un fenomeno aerodinamico che si sviluppa nel momento in cui il vento scorre fluidamente, senza moti vorticosi, su entrambe le superfici di un profilo alare; nel nostro caso il profilo della vela vista in sezione. Questo fenomeno aspirerà la vela verso il lato esterno ( ovvero dalla superficie convessa ). A questo punto la barca coadiuvata dalla deriva, che è quella specie di pinna immersa sotto lo scafo che frena la barca nel suo traslare ( scarrocciare ), potrà tenere un’andatura di bolina che procedendo con una rotta a zig zag ci permetterà di raggiungere una meta che si trova esattamente nella direzione da cui arriva il vento (sopravento). Oliver

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Quasi un Miracolo: la Portanza

Sfruttare la spinta del vento come forza propulsiva, è stata una soluzione adottata dall’uomo sin dai tempi più remoti, capire però come controllarla al punto di riuscire a dirigersi verso la direzione da cui soffia il vento stesso, ci sono voluti alcuni millenni. Furono infatti già i Fenici, grandi navigatori, a sfruttare la spinta del vento, finchè questo era a favore della rotta che dovevano tenere, issando una grande vela quadra al centro della barca; poi quando si trovavano il vento contro, tiravano fuori i remi, e a forza di braccia procedevano per le loro lunghe rotte. Da allora il percorso evolutivo della vela si è sviluppato molto lentamente, fino a venirne svelato ogni segreto solo nel secolo scorso, con l’avvento del volo e della relativa scoperta del principio aerodinamico della “portanza” ; ebbene, questo miracoloso principio ci permetterà di navigare quasi controvento!

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Vediamo infatti come illustrato nel disegno che la vela vista in sezione, presenta un profilo particolare detto ad “ala “; questo profilo investito dal vento, costringe il flusso d’aria che scorre sulla superficie convessa ( a destra ) ad una accelerazione maggiore di quello convogliato dalla superficie concava (a sinistra ). Questa accelerazione dà origine ad una depressione che aspirerà la vela nella direzione illustrata dalla freccia rossa che prenderà il nome di portanza. Questo è lo stesso principio aerodinamico grazie al quale gli aerei riescono a volare, noterete infatti che anche le loro ali viste in sezione presentano la superficie superiore particolarmente convessa, affinchè il flusso d’aria che le investe le aspirino verso l’alto, conferendo così anche a mezzi pesantissimi il divino dono del volo.
Oliviero Olivieri